La mediazione è una procedura di risoluzione delle controversie in base alla quale una terza persona imparziale (il MEDIATORE, appunto) assiste le parti in conflitto al fine di favorire il raggiungimento di un accordo.
A tal fine il mediatore guida la negoziazione e orienta le parti verso la ricerca di accordi reciprocamente soddisfacenti che consentano di evitare l’insorgere della controversia.
Oggi la mediazione è condizione di procedibilità (ovvero deve essere obbligatoriamente tentata prima di poter andare in giudizio) nei casi di una controversia in materia di: diritti reali, successioni, patti di famiglia, comodato, risarcimenti, contratti assicurativi, bancari e finanziari, diffamazione, condominio responsabilità sanitaria. In tutte le altre controversie, invece, è facoltativa.
Come facilmente intuibile, si tratta di arte complessa. Non solo per la materia in sè, quanto per la necessità di curare con la stessa attenzione gli interessi delle due parti che si ritrovano al tavolo.
Il mediatore deve essere paziente, empatico, attenersi al codice e interpretarlo, fare in modo che, legge alla mano, i due contendenti possano ritenersi soddisfatti. Siamo un filo sotto l’alta diplomazia, possiamo dirlo. C’è da evitare un “conflitto”.
Alcune mediazioni possono apparire impossibili, in altre può bastare il buon senso, ma nei fatti qualunque contesa nelle mani di un mediatore, funziona o meno, se quel mediatore è anche capace di mettersi nei panni dei suoi interlocutori.
Oggi, mettersi nei panni altrui e operare con la giusta empatia, non è così scontato. Il network di Resolvo può contare sul mediatore giusto, sull’avvocato in grado di “spaccare il capello in quattro” con i codici alla mano, ma anche e soprattutto capire come e dove trovare il terreno giusto sul quale operare la mediazione tra le parti.
Quella figura è l’avvocato Alberto Manzella. Siciliano d’origine, sabaudo di nascita. Il mix perfetto di empatia e accuratezza.